La galleria Adige Gardaeditore / publisher La Grafica progetto editoriale / publishing project ViaDellaTerra immagini / images Paolo Calzà immagini storiche / historical images Provincia autonoma di Trento testo / text Servizio Bacini Montani della Provincia autonoma di Trento progetto grafico / graphics project Giancarlo Stefanati dimensioni / size cm 24 x 17 pagine / pages 80 lingua / language Italiano / Italian copertina / cover brossura / paperback edizione / edition 2010 marzo / march ISBN 978-88-86757-79-9 Esistono dei manufatti civili o militari che, per la loro grandiosità oppure per la rivoluzione tecnologica che ne ha contraddistinto il periodo di realizzazione, nel giro di pochi decenni assurgono a pieno titolo ad “opere d’arte”. Opere, cioè, frutto dell’ingegno umano, messo al servizio della produzione di ricchezza a favore dell’intera comunità che ne beneficia. Penso, ad esempio, alle dighe – da quella faraonica di Santa Giustina in Val di Non e a quelle di Malga Bissina e di Malga Bozzo in Val Daone; penso alla filiera dei forti della prima guerra mondiale che difendono e presidiano l’intero fronte che divise il Trentino con le regioni del Regno d’Italia; penso all’imponenza dell’Autostrada del Brennero che, specie nella sua parte altoatesina, ha scritto una pagina indelebile nella storia delle infrastrutture viarie europee... Nel maggio del 2009 ricorrevano i 50 anni dalla conclusione dei lavori per costruzione della galleria Adige-Garda, un’opera di ingegneria idraulica unica nel suo genere in Italia, pensata e realizzata dall’uomo per regimentare il flusso delle acque dell’Adige a monte di Verona. E i numeri di questa realizzazione, da soli, fanno rabbrividire: pensate che per innalzare di 1 centimetro il livello delle acque del lago di Garda, è necessario scaricarvi circa 3 milioni e 700mila metri cubi d’acqua, prelevata dall’Adige all’altezza di Mori solo ed unicamente in casi di eccezionalità e di reale pericolo di esondazioni in direzione del basso Trentino e del Veronese. Ecco perché un volume che ne racconti la storia e ne illustri le dimensioni con un apparato fotografico d’eccezione è oggi il riconoscimento anche del valore altamente “culturale” che quest’opera ingegneristica ha rivestito e riveste tuttora. La storia degli ultimi settant’anni di questa parte del Trentino, infatti, non può prescindere dalla presenza prima degli ingenti e invasivi lavori di scavo e di apprestamento delle opere di contorno, poi di questo “foro” lungo quasi una decina di chilometri che mette in comunicazione il letto dell’Adige con il bacino del Benaco. Avviati nel 1939, i lavori di perforazione della montagna procedettero parallelamente alle vicende legate alla regolazione del corso del fiume Adige, coinvolgendo molte forze produttive, occupazionali e intellettuali, tutte unite per dare risposte efficaci e tempestive alla volontà delle amministrazioni provinciali, toccate dalle sue acque e dalla possibile eventualità che esse scolmassero in caso di piena. Durante la seconda guerra mondiale la porzione di galleria scavata presso Torbole fu utilizzata addirittura come officina “a prova di bombardamenti” per la produzione di parti di aerei e di sommergibili da parte della ditta dell’arcense Gianni Caproni. Questo volume, corredato da una serie di foto efficaci, ci fa entrare in una ideale “macchina del tempo” per compiere un viaggio a cavallo dei ricordi, svelandoci i misteri più nascosti di un singolare patrimonio che solo apparentemente ed erroneamente qualcuno ritiene debba essere riservato esclusivamente ai tecnici e agli addetti ai lavori. Chi infatti, in una giornata limpida e ventilata, entrando dall’imbocco di Mori ha avuto la fortuna di visitare un tratto della galleria perfettamente rettilinea, che ha una sezione di circa cinquanta metri quadrati e una pendenza costante dello 0,9% circa, è sicuramente rimasto sorpreso nel riuscire a scorgere in lontananza la luce dell’uscita a livello del lago. In un’epoca in cui il GPS era un sogno fantascientifico, c’è veramente da complimentarsi con l’esattezza dei calcoli matematici degli ingegneri progettisti! Tutto ciò conferma la valenza storica di questa realizzazione che l’uomo ha pensato a vantaggio della sicurezza delle nostre campagne e delle nostre città in un’epoca in cui i computer e le “frese” erano ancora di là da venire. Il libro che vi state accingendo a sfogliare e a leggere vuole quindi essere un piccolo segno di gratitudine per l’intelligenza e il coraggio dei nostri padri, ma anche un pressante e attuale invito a investire risorse e intelligenze nella ricerca di soluzioni sempre più innovative capaci da un lato di tutelare l’ambiente e, dall’altro, di garantire sicurezza e protezione alle popolazioni delle nostre valli. |